Sono di parte ma Antonio per me è più che un amico e un collega e posso affermare che la dinamicità, l’intelligenza e la creatività nell’approcciare il mondo lavorativo sono stati sempre la sua marcia in più.
L’atletica leggera ha fatto parte, fin dall’adolescenza, della sua vita raggiungendo…
risultati brillanti come atleta anche a livello nazionale. Dunque è stata logica conseguenza intraprendere l’attività di istruttore sia di atletica leggera che di nuoto nel settore agonistico.
Diplomato Isef, docente presso una scuola secondaria di primo grado come insegnante di sostegno, personal trainer, esperto di cinesiologia e posturologia è anche docente dell’Accademia italiana di Posturologia e Ortopedia Funzionale.
Gestisce ormai da tempo la “Balance posture strength” specializzata in ginnastica posturale e non solo.
Essere affiancato in quest’ avventura da chi a lungo lo ha fatto nei tanti percorsi condivisi, suscita in me una grande contentezza.
Sono di parte ma Antonio per me è più che un amico e un collega e posso affermare che la dinamicità, l’intelligenza e la creatività nell’approcciare il mondo lavorativo sono stati sempre la sua marcia in più.
L’atletica leggera ha fatto parte, fin dall’adolescenza, della sua vita raggiungendo risultati brillanti come atleta anche a livello nazionale. Dunque è stata logica conseguenza intraprendere l’attività di istruttore sia di atletica leggera che di nuoto nel settore agonistico.
Diplomato Isef, docente presso una scuola secondaria di primo grado come insegnante di sostegno, personal trainer, esperto di cinesiologia e posturologia è anche docente dell’Accademia italiana di Posturologia e Ortopedia Funzionale.
Gestisce ormai da tempo la “Balance posture strength” specializzata in ginnastica posturale e non solo.
Essere affiancato in quest’avventura da chi a lungo lo ha fatto nei tanti percorsi condivisi, suscita in me una grande contentezza.
Potrebbe sembrare strano ma tante sono state le emozioni che si sono susseguite prima – durante e dopo il lancio del blog.
Una su tutte l’incertezza sull’essere in grado di…
…avere la costanza necessaria per tenere alte le aspettative, nonostante tutto il progetto rimanga basato su un’idea senza scopo di lucro bensì di semplice divulgazione e scambio d’idee.
Non era scontato riuscire ad arrivare alle persone in modo spontaneo e collaborativo, seppur con l’aiuto di autorevoli ideatori d’interessanti articoli
Di sicuro la voglia di mettere in pratica questo progetto era tanta quindi ho messo da parte tutti i timori che oggettivamente avevo e sono andato dritto all’obiettivo
I punti di forza
Non è facile affermare se sono stati raggiunti i traguardi prefissati anche perché possono cambiare da persona a persona ed essere misurati su basi diverse:
numero di utenti raggiunti (90000 circa)
tempo trascorso sul proprio blog (12 minuti ad utente):
numero di lettori che hanno letto fino in fondo gli articoli (52000 circa)
la quantità di articoli prodotti (130 circa)
il monitoraggio delle newsletter
Ma come in matematica anche in questo caso i numeri devono essere verificati (la prova del 9) ed io l’ho fatto soprattutto tramite le miriadi di email e messaggi che ho ricevuto e ricevo in privato
Le difficoltà
È stato un duro lavoro:
impegnarsi a formulare,
impaginare
anche gli articoli dei tanti amici che hanno collaborato
rendere quando più leggibile possibile ciò che si voleva trasmettere
investire in tempo ed energia
trovare il giusto equilibrio tra
la qualità degli argomenti
la puntualità nella pubblicazione
la quantità mensile degli articoli
Grazie ai “cosiddetti” esperti
Senza di loro sarebbe stato impossibile raggiungere questi grandi obiettivi.
La particolarità, l’originalità, il valore degli articoli e degli argomenti trattati hanno fatto in modo da dare pregio e finalizzare quanto avevo da tanto tempo nella mia testa.
Li rinomino singolarmente perché ci hanno donato, gratuitamente, delle loro riflessioni ed osservazioni nello spirito della formazione comune.
Visto che il grafico delle visualizzazioni è in continua crescita viene da sé che il primo obiettivo non è continuare a salire (me lo auguro comunque) ma rimanere costanti nelle aspettative.
Cercheremo di continuare a pubblicare articoli di buona qualità trovando un modo per stimolare e coinvolgere i tanti lettori nelle pubblicazioni inerenti alle tematiche del blog.
Si punterà a raggruppare i tanti articoli pubblicati in categorie visibili per facilitare la consultazione ed in previsione creare una newsletter
L’effettore finale del movimento è il sistema muscolare, che trova nelle sue unità funzionali, i sarcomeri, i protagonisti del suo accorciamento in toto, spiegabile grazie alla teoria dello scorrimento dei filamenti.
I sarcomeri in quanto singola unità, devono sommarsi tra loro per creare il substrato strutturale motorio.
Deve far riflettere come a partire da un evento “banale” quale lo scorrimento di Actina e Miosina, possa derivare una variabilità gestuale estremamente complessa. Per cui la chiave dell’allenamento o della prevenzione di un evento traumatico, deve orientarsi ad ottimizzare tutto quello che precede e consegue la formazione dei ponti trasversali a livello del muscolo e non concentrarsi sul mero rinforzo locale.
A questo possiamo poi aggiungere la maggiore complessità degli sport situazionali, grazie all’interazione del soggetto in questione con gli eventuali compagni di squadra, con l’avversario/i, con le infinite possibilità di variabili legate al gioco e di tutto ciò che ne consegue.
La sommazione dei sarcomeri, da un punto di vista teorico, si effettua in duplice modalità. La sommazione in serie e la sommazione in parallelo.
Se si considera il comportamento di due sarcomeri e si valuta il risultato complessivo di questi, le caratteristiche del movimento derivato di tale organizzazione sarà peculiare.
La sommazione in parallelo porterà ad un quadro di caratteristiche orientate ad un’espressione di forza maggiore, la sommazione in serie darà vantaggio sulla velocità di accorciamento (1).
La forza che il muscolo può esprimere non dipende esclusivamente dall’attività muscolare “pura”, ma può avere man forte dalle strutture passive perimuscolari.
La forza generata dal tessuto contrattile può esprimersi grazia a una duplice modalità di trasmissione, la quale, può essere di tipo diretto o indiretto.
Per cui possiamo avere (2):
Trasmissione Miotendinea, che si esprime agli estremi del muscolo.
Trasmissione Miofasciale, che può avere luogo lungo tutta la lunghezza del sarcomero.
Considerando il modello dello scorrimento dei filamenti e che a livello tendineo il movimento autorizzato sarà una trazione longitudinale al ventre muscolare, all’interno del ventre stesso le forze in gioco saranno di tipo tridimensionale.
I responsabili strutturali di questo sistema accessorio a quello longitudinale possono essere riconducibili all’Epimisio, Perimisio ed Endomisio. Per cui la forza, oltre che nascere dal sistema esclusivamente attivo, può nascere, grazie alle intime relazioni strutturali, anche dallo stroma connettivale (3).
La forza espressa da un singolo sarcomero dipende dal grado di sovrapposizione dei filamenti di actina e miosina. Essa è maggiore a lunghezze intermedie e tende a diminuire a mano che ci allontana da questa lunghezza ottimale.
Sulla base di questo sistema ausiliario di trasmissione di forza, un antagonista muscolare può essere fondamentale per l’ottimizzazione della produzione di forza da parte un dato muscolo, in quanto elemento di stabilizzazione.
In base a tale discorso si può capire come la forza sia angolo e gesto specifica, e di come più ci si allontani dalle caratteristiche tecniche di riferimento, più sarà difficile che la capacità allenante di un dato esercizio possa essere utile al miglioramento della performance.
Questo potrebbe indurre a far credere che esercizi aspecifici o di isolamento abbiano poco senso nell’ambito degli sport di situazione, ovviamente è un’affermazione che va contestualizzata al livello del soggetto (4).
Più un atleta è specializzato e più sarà preponderante la ricerca di una relativa specificità
Negli atleti evoluti si favorirà sempre più un approccio tendente all’ottimizzazione coordinativa gestuale, più che del miglioramento di parametri fisiologici. La stessa considerazione può essere usata per gli esercizi multiarticolari, nei quali potrebbe esservi uno stimolo eccessivo per determinati distretti ed irrisorio per altri.
Anche in tal caso la risposta va cercata nelle esigenze del singolo tramite una valutazione delle esigenze (5).
Considerare il vissuto dell’individuo, i traumi, infortuni, postura dinamica, caratteristiche trasversali, unitamente alle richieste dello sport praticato, è un primo approccio da considerare come riferimento operativo.
CONCLUSIONI
A partire da questo piccolo cappelletto introduttivo, i riferimenti da considerare per orientare il lavoro possono essere riassunti dai seguenti punti:
Colloquio conoscitivo dell’atleta. (Considerare il suo vissuto, il suo stile di vita, la storia dei traumi, le sue esigenze)
Valutazione posturale soprattutto dinamica.
Valutazione delle richieste sport-specifiche. (Soprattutto angoli di lavoro, tipologie di forza maggiormente necessari, tempi di applicazione della forza, traumatismi principali della disciplina svolta)