La potenza

La potenza nella Pallacanestro

La capacità di generare energia è di importanza cruciale per una prestazione atletica vincente.

Nel basket quando tutte le altre doti tra due giocatori sono all’incirca di pari livello, è il giocatore più potente che vince, di solito.

La formula per determinare la potenza è:

Potenza = forza x distanza / tempo

Ciò che questa formula significa in termini semplici è che

per diventare un giocatore di basket più potente bisogna esercitarlo ad una forza massima nel più breve lasso di tempo.

Bisogna ricordare che potenza è definita come la massima quantità di forza che un muscolo può generare nel tempo.

Se la forza ha un ruolo vitale nell’equazione di potenza, ancora, alcuni allenatori e giocatori, commettono l’errore di confondere la forza con la potenza ed erroneamente giudicano la potenza in base alla quantità di peso che un giocatore può sollevare in palestra.

Questo non è un’unità di misura della potenza, ma piuttosto un indicatore della forza assoluta ed è di poco valore se non è subito trasferibile al campo di basket.

Per contro un atleta potente è in grado di unire la forza massimale con la velocità di movimento.

La forza esplosiva è anche chiamata dinamica o forza funzionale e dovrebbe essere lo scopo di ogni programma di allenamento di resistenza.

La pliometria

L’allenamento pliometrico è un modo estremamente efficace per unire la velocità alla forza ed ha come risultato la forza dinamica (energia).

  • saltare in alto
  • saltellare
  • passare la palla medica
  • fare torsioni e piegamenti addominali

sono solo alcuni delle centinaia di esercizi pliometrici che aumentano la componente rapida dell’energia.

Gli adattamenti fisiologici associati all’allenamento pliometrico sono di natura neuromuscolare.

La pliometria utilizza la naturale tendenza elastica del muscolo ed il potenziamento riflesso per produrre una forza più grande.

Si potrebbe pensare ai principi della pliometria come a quelli di un elastico che viene tirato e poi rilasciato.

Mentre l’elastico è tirato l’energia è immagazzinata nelle proprietà elastiche della gomma. Quando la tensione viene allentata, l’energia è trasferita in una uguale e opposta reazione.

La pliometria facilita il caricamento di un muscolo, o di un gruppo di muscoli, inducendo una rapida estensione che provoca una risposta neurologica che produce una più vigorosa contrazione reattiva.

Il processo di sviluppo della potenza nel basket deve essere rivolto al miglioramento della velocità, della forza e della meccanica del movimento.

Miglioramento della velocità

Per incrementare tutte le capacità motorie (ad esempio tutti i movimenti in avanti, indietro, laterale e quello combinato) bisogna indirizzare gli sforzi verso lo sviluppo di una notevole lunghezza del passo pur mantenendo una rapida frequenza dello stesso.

Questo permetterà di coprire più terreno e di mantenere nello stesso tempo il proverbiale “passo rapido” che gli allenatori considerano una caratteristica importante dei grandi giocatori di basket.

La potenza è la capacità di esercitare una forza esplosiva che può essere esercitata:

  • dal petto
  • dalle spalle
  • dai tricipiti
  • quando si esegue un passaggio all’altezza del petto
    • oppure la temporanea contrazione dei muscoli, che permettono le articolazioni delle anche, delle ginocchia e delle spalle appena prima di un salto verticale.

La velocità con la quale i muscoli coinvolti sono in grado di contrarsi e di esercitare forza è direttamente proporzionale all’energia prodotta.

Velocità di esecuzione

In altre parole, più veloce è l’applicazione della forza, più grande è il potenziale per un aumento della potenza.

Un altro fattore è la quantità assoluta di massa o di peso che deve essere spostato.

Se si trasporta un peso eccessivo in forma di grasso extra, sarebbe molto conveniente elaborare un programma per la perdita del peso insieme ad uno specifico allenamento di potenza per aumentare la forza ed anche i tessuti muscolari dell’atleta in questione.

Con meno grassi e più muscoli si avrà il potenziale per effettuare movimenti in maniera più esplosiva.

Miglioramento della forza

La capacità di esercitare una forza in modo esplosivo – di muoversi con più potenza – richiede un’adeguate quantità di forza muscolare.

Di conseguenza, più grande è la forza dell’atleta, più grande è il potenziale per una aumento della produzione di forza.

La forza è importante per un giocatore di basket solo se si trasferisce subito sul campo da gioco.

E’ difficile ripetere in palestra i molti schemi di movimento che si eseguiranno durante una situazione di gioco o un allenamento.

L’allenamento di forza funzionale cerca di mettere in connessione il lavoro in palestra al campo di gioco.

I palloni medicinali, le piste ruotanti, i giubbotti zavorrati, lo step sono soltanto alcuni dei metodi alternativi di sovraccaricare il sistema nel tentativo di costruire la forza e la potenza in modo specifico per l’azione di basket.

Schemi di movimenti usati sul parquet come il correre all’indietro, lo sprintare, lo schivare lateralmente possono essere tutti migliorati sovraccaricando questi movimenti attraverso la pratica dei principi di allenamento della forza funzionale, inseriti nel programma di allenamento.

Conclusione

Usare i movimenti più efficaci per eseguire con successo una particolare abilità è essenziale per la realizzazione di una maggiore potenza.

Unendo velocità e forza alla corretta meccanica di movimento, la produzione di forza avrà miglioramenti apprezzabilissimi.

di Tiziano Megaro

Il senso di una sconfitta

Il senso di una sconfitta

Hai presente il primo allenamento della settimana dopo che la domenica hai perso una partita?

Osserva bene i giocatori quando entrano in palestra.

Ciascuno ha la sua reazione, questo è chiaro. Ma se stai attento ai loro sguardi, potrai notare una di queste due reazioni:

  • La prima è di frustrazione, questo atteggiamento riguarda quelli che magari avevano un certo grado di aspettative sulla partita.
    • Il loro sguardo è basso, il morale pure, sembrano cani bastonati.
  • La seconda reazione è di rabbia, e riguarda la maggior parte.
    • Non vedono l’ora che si giochi di nuovo, perché hanno dentro di loro il sacro fuoco della vendetta (sportiva, s’intende), e desiderano dimostrare che la sconfitta della domenica precedente era solo un episodio e vogliono riscattarsi. 
rivincita
Il significato della sconfitta sta tutto dentro questa parola: riscatto.

Riscatto è un termine che ha a che fare direttamente con la motivazione, ovvero quella cosa che, da sola, è in grado di spostare montagne. Non c’è spinta più forte di questa, per migliorarsi.

Riscatto è una parola di fuoco. Contiene ogni elemento che è in grado di spingere i propri sforzi ad un livello inimmaginabile di prestazione.

Se un giocatore potesse attingere a questa forza anche dopo aver vinto, beh, nel mondo ci sarebbero tanti Kobe Bryant.

E invece di gente così ne nasce una ogni cinquant’anni.

E qui entriamo nella parte opposta del discorso:

gli atteggiamenti inconsci determinati da una vittoria.

È rarissimo che un giocatore che abbia vinto una o più partite di fila, abbia quella rabbia agonistica, quella giusta energia mentale (è di questo che stiamo parlando se non si è ancora capito) per affrontare la preparazione settimanale con lo spirito di chi chiede a sé stesso di arrivare sempre un passo avanti.

Certo, dirai, la vittoria ti regala una cosa impagabile, che consiste in quella sicurezza, quella freddezza e quella confidenza che danno maggiore fiducia nei propri mezzi, e che forse, se hai accumulato “self confidence”, quando la partita si fa decisiva, forse avrai anche un piccolo vantaggio nei confronti di chi, suo malgrado, ha più paura di rivedere il mostro, di chi teme che dentro quel baratro si possa sprofondare, una volta ancora.

Prendiamo il tennis.

Altro sport con una spiccata connotazione mentale.

Non ho le statistiche aggiornate, ma giurerei che, in un match con valori che sono pressappoco equivalenti da un punto di vista tecnico, il giocatore che vince il primo set, il 50% delle volte perde il secondo, e la ragione sta sempre dentro quelle due paroline magiche: motivazione e senso di riscatto.

Il giocatore che ha appena portato a casa la prima partita subisce un inconscio calo di tensione, una specie di impulsivo appagamento, mentre il giocatore che ha perso il primo set è costretto a raddoppiare gli sforzi per restare in partita.

Unisci magicamente questi elementi e il gioco è bello che fatto.

Uno a uno e palla a centro.

Non so se esiste una ricetta per evitare cali di tensione in caso di vittoria né per escludere quel senso di insicurezza che deriva da una sconfitta.

So però di sicuro che la sconfitta aiuta, eccome, a ripartire meglio, a farsi più domande, a indagare meglio sulla preparazione, a mettere in campo più energie, più attenzione per evitare il ripetersi di questo evento.

E tutto questo porta ad un innalzamento della preparazione finalizzata alla performance che coinvolge tutti: giocatori, staff, società.

Uno dei possibili rimedi sarebbe riuscire ad azzerare ogni contraccolpo psicologico derivante dal risultato e concentrarsi invece solo sulla prestazione.

Questa è l’unica àncora di salvezza per restare concentrati sul mezzo (allenarsi al meglio) e non sul fine (risultato). Ma è obiettivamente una cosa assai difficile da fare, per il cervello.

squadra che si allena

Non a caso, nel periodo in cui ho avuto il piacere di allenare, ripetevo spesso

che una squadra vincente è quella che si allena sempre con lo spirito di una squadra che ha perso“.

Ma dentro di me sapevo che dei semplici concetti non si tramutano in azione per il solo fatto di enunciarli.

di Dino De Angelis