100000 visitatori

Siamo “100000”

Ringraziare, chi sta seguendo il nostro blog in completo silenzio, chi con numerose email, chi semplicemente contribuendo con delle proposte, chi mostrando dissenso su alcuni concetti, non sarà mai abbastanza.

Siamo…

…ufficialmente arrivati a 100000 visitatori con articoli letti, in media, da più di 75000 naviganti.

Un ulteriore e sentito ringraziamento va a chi spende un po’ del suo tempo per pensare, scrivere, modellare il proprio articolo a beneficio di tutti e sposando in pieno la finalità della piattaforma.

Ci auguriamo di tramutare, un giorno, i 100000 visitatori in potenziali autori di altrettanti articoli a favore dell’istruzione, della formazione e della condivisione.

Colgo l’occasione di rispondere a chi, tramite email e messaggi privati, ha chiesto di aumentare le uscite settimanali.

Come già scritto in passato “il rallentamento delle uscite ci è stato consigliato dalla legge del web” che ci suggerisce:

”la qualità non deve essere mai superata dalla quantità”.

Un’idea, invece, è quella di riproporre, attraverso i canali social a giorni alterni, gli articoli che la piattaforma archivia, per farli rivivere, rileggere o semplicemente per permettere a nuovi utenti di usufruirne.

Il mio augurio, ed invito, rimane sempre quello di continuare ad invadere la nostra email con suggerimenti, nuovi argomenti nonché complimenti ma soprattutto:

inviate articoli da pubblicare e condividere con chi segue assiduamente il nostro blog.

Grazie, grazie ancora alla nostra comunità che oggi si arricchisce di 100000 utenti!

Grazie 100000

di Tiziano Megaro

Le mie crociate

Le mie crociate: considerazione ad alta voce!

LA “RIVOLUZIONE CULTURALE” SCOLASTICA MOTORIA E SPORTIVA IN ITALIA DEVE PARTIRE DALLA FORMAZIONE UNIVERSITARIA DEI FUTURI INSEGNANTI.

A margine del Disegno di Legge relativo all’introduzione dell’Insegnante di Educazione Motoria nella Scuola Primaria, il motto e l’obiettivo principale da perseguire da parte dei Docenti ai…

…corsi di laurea in Scienze Motorie e dello Sport e Laurea Magistrale dovrebbe essere:

INSEGNARE A INSEGNARE.

O MEGLIO “IMPARARE A INSEGNARE

Insegnare a insegnare deve essere una componente fondamentale dell’azione dei docenti universitari.

E’ assodato che ogni Docente ha cercato e cerca di sviluppare “le proprie tecniche” per svolgere al meglio questo compito.

Nella maggior parte dei casi ha costruito la propria competenza in solitudine, oppure partecipando a Seminare e a Corsi di formazione.

L’Università non lo ha aiutato molto e non gli ha fornito gli elementi necessari per insegnare.

Bisogna “crescere” nella formazione, formare deve essere l’obiettivo per ogni Docente universitario!

In Università manca un momento di confronto comune con i colleghi:

  • uno scambio di idee sulle metodologie adottate,
  • una condivisione di pratiche e strumenti utili a innalzare la qualità della didattica e dell’apprendimento degli studenti.
INSEGNARE A INSEGNARE ATTRAVERSO LA DIDATTICA

Insegnare a insegnare deve essere il MANTRA in Università, per chi deve formare chi ha scelto di Insegnare a scuola, nello sport e nel mondo della disabilità.

Un Mantra che mira a rafforzare le competenze didattiche dei Docenti Universitari (Formatori), per innalzare la qualità degli insegnamenti e incoraggiare una didattica innovativa.

Si deve fare affidamento alle più recenti teorie della ricerca in campo didattico:

  • valorizzare l’apprendimento attivo “active learning”;
  • puntare alla centralità di chi apprende, attraverso modelli riflessivi (“reflective learning”)
  • esperienziali (“experiential learning”)
  • trasformativi (“trasformative learning”).
I PRINCIPALI OBIETTIVI

Ad esempio gli obiettivi fondamentali da fornire ai futuri Insegnanti durante le lezioni sono:

  • fornire loro le competenze di base per
    • progettare, condurre, comunicare e valutare l’attività di insegnamento e apprendimento svolta in aula;
  • costruire una comunità professionale che, interagendo attivamente al suo interno,
    • elabori, approcci, strategie, metodologie e pratiche volte a migliorare costantemente la propria pratica didattica.
La laurea ti abilita all’insegnamento?

La laurea non ti abilita all’insegnamento.

Sarebbe molto utile predisporre, post-laurea, un Corso di preparazione all’insegnamento per chi insegnerà nella Scuola Primaria, nella Scuola Secondaria oppure a livello universitario.

Pertanto basta con le lezioni frontali, con gli esami a crocette, con materie che servono a poco, con il didatticismo.

E’ opportuno attuare un percorso formativo che si struttura secondo un’organizzazione modulare costituita da temi importanti quali:

  • incontri frontali condotti in forma interattiva;
  • workshop pratici finalizzati alla sperimentazione di procedure, tecniche e strumenti per l’azione didattica;
  • valorizzazione delle disabilità e i percorsi da attuare.
Proposta formativa

Questa proposta formativa deve essere un impegno delle Università per cambiare gli ordinamenti delle materie contemplate nel percorso degli studi.

inclusiva

Deve essere rivolta a tutti i Docenti interessati a migliorare la qualità didattica e professionale attraverso:

  • progettazioni di corsi di insegnamento a seconda della scuola;
  • programmazione e obiettivi da raggiungere;
  • tecniche della comunicazione;
  • metodologie di insegnamento;
  • strumenti di e-learning;
  • metodologie di valutazione;
  • percorsi di tirocinio “veri”.

Concludendo:

un’Università inclusiva che Forma e non Indottrina.

di Maurizio Mondoni

Parlare in pubblico

LE “MIE” REGOLE FONDAMENTALI PER PARLARE IN PUBBLICO

Parlare in pubblico è un’arte piuttosto difficile da apprendere, perché rappresenta un vero e proprio “blocco emotivo” per molte persone.

La paura di parlare in pubblico durante una lezione in Università, a una…

…conferenza, a un convegno, colpisce indistintamente insegnanti, professori universitari e manager.

Dopo:

  • 35 anni di insegnamento in Università;
  • al C.O.N.I. provinciale, regionale e nazionale;
  • al Panathlon in qualità di Presidente e di Governatore dell’Area 2 Lombardia;
  • presso la Federazione Italiana Pallacanestro, in qualità di Tecnico Federale per 25 anni;
  • in F.I.B.A. in qualità di Formatore degli Istruttori Minibasket;
  • migliaia di Corsi di Formazione, Clinic, Convegni, Forum in Italia e nel mondo;

vi presento alcune Regole fondamentali da seguire maturate in questi anni di esperienza diretta.

Cercare di superare la paura di parlare in pubblico
paura di parlare in pubblico
Foto di Ketut Subiyanto

Per superare questo ostacolo ci si deve allenare costantemente e grazie all’esercizio continuo, “il parlare in pubblico” diventerà un piacere e non un’angoscia.
Nella maggior parte dei casi il timore di affrontare la platea è legato all’inesperienza.

Lo stress colpisce soprattutto i neofiti che si sentono inadeguati in quella determinata circostanza.

Sicuramente si migliora con l’esperienza, abbassando l’ansia e il timore di sbagliare!

Occorre prepararsi in modo adeguato
studiare in modo adeguato

E’ sbagliato imparare a memoria il discorso, ai fini di evitare improvvisi vuoti mentali e se si memorizza il discorso parola per parola, si rischia di dimenticare tutto non appena si inizia a parlare.

L’importante è avere in testa i “concetti chiave” da cui partire per elaborare un’esposizione efficace:

le parole devono venire dal cuore, non dal cervello!

Organizzare il discorso in sequenza

Ogni discorso (che deve essere preparato precedentemente), per essere più chiaro ed efficace, deve essere “strutturato” secondo una sequenza basata sullo spazio, sul tempo o su specifiche tematiche:

sequenza discorso
Foto di Polina Zimmerman

così facendo l’oratore segue un filo logico e non si perde in mille rivoli.

Parlare con entusiasmo alla platea

Ogni volta che si parla di fronte a una platea:

l’atteggiamento mentale dell’oratore influenza anche quello degli ascoltatori.

Se l’oratore è indifferente, anche gli ascoltatori saranno indifferenti, quindi per suscitare sensazioni positive bisogna credere profondamente in ciò che si dice, mostrando spontaneità e sincerità.

Durante il discorso è importante raccontare le esperienze “vissute” e utilizzare supporti visivi.

Un segreto per “essere vincenti” e catturare l’attenzione del pubblico in sala, è quello di parlare del proprio “background”, raccontando alcuni episodi della propria esperienza personale.

Se si vuole “catturare” l’attenzione della platea, è importante puntare non solo sul valore delle parole, ma anche sulle emozioni che le immagini e i video trasmettono

(poche parole scritte sulle “slides”, fotografie nitide e sfondi colorati).

Conclusioni

Queste sono le “mie” regole per parlare in pubblico, spero di avervi trasmesso un po’ più di sicurezza e determinazione!

di Maurizio Mondoni

Imparare ad insegnare

IMPARARE A INSEGNARE E…

…INSEGNARE A INSEGNARE ANCHE NELLO SPORT!

Gli studenti hanno il diritto di avere gli Insegnanti migliori!

Non si può avere il meglio se non si preparano gl’insegnanti al meglio.

Anche nello sport i bambini e i giovani hanno diritto di avere Istruttori e Allenatori migliori.

La tessera non qualifica!

Insegnare è…

…un’arte e come ogni forma d’arte è sinonimo di:

  • passione
  • creatività
  • dedizione
  • condivisione

Un Insegnante, un Istruttore, un Allenatore, esattamente come un artista, mette se stesso, il suo sapere e il suo ingegno a disposizione degli altri (studenti, bambini, giovani), affinché la società esca migliorata dal percorso fatto insieme.

Tutti possono insegnare?

Se un laureato al concorso per entrare di ruolo come Insegnante ha risposto bene ad una prova con domande a crocette, se ha superato la prova scritta ed è stato “un fine dicitore” alla prova orale, può fare l’Insegnante?

Non credo!

Eppure in moltissimi casi è così!

Se un partecipante a un corso di formazione di una Federazione Sportiva è simpatico al Capo Istruttore, se fa quello che vuole lui, se giura che adotterà il metodo di insegnamento che vuole lui (ma poi farà in molti casi il contrario!) può insegnare ai bambini o ai giovani?

capo istruttore
Foto di Mikhail Nilov

Non credo!

Eppure in molti casi è così!

Perché nel mondo della scuola non esiste un Corso di laurea o una specializzazione per diventare Insegnanti?

All’interno di questo corso ci dovrebbero essere molte ore di pratica su come si gestisce un aula, come si gestiscono a livello psicologico gli studenti, come si struttura una lezione efficace, come si utilizzano tutti gli strumenti tecnologici a disposizione, come si comunica, come si entra in empatia con gli studenti.

Perchè nel mondo dello sport non esiste un Corso di tirocinio “vero” anche nei Corsi di Formazione delle Federazioni Sportive che qualifica chi andrà a insegnare?

Si imparerebbe a comunicare con i giovani e i bambini, si imparerebbe veramente a “gestire” il gruppo, si imparerebbe a correggere l’errore, … e chi non è in grado (anche se ha la tessera) non deve più insegnare.

Non tutti possono fare gli Insegnanti!

Se uno studente si è laureato con 110 e lode ho solo dimostrato di essere un bravo studente, non significa assolutamente che ha le carte per fare l’Insegnante!!

Per non parlare del sostegno, con un corso di 400 ore “tutti” sono in grado di gestire delle persone “speciali”.

studente
Foto di cottonbro

Incredibile!

Se gli studenti sono valutati a fine anno, lo devono essere anche gli Insegnanti e se un Insegnante non è stato giudicato all’altezza per insegnare, non può essere riconfermato.

Non tutti possono fare gli Istruttori e gli Allenatori!

Non basta un corso di formazione di 20 ore (anche se biennale) per avere la “licenza d’insegnare”.

Rinnovare la tessera ogni anno per continuare a insegnare non è abbastanza!

Ci vuole ben altro!

Chi non è capace non deve più insegnare!

La scuola italiana

Purtroppo la scuola italiana e l’Università è basata solo sui voti e gli studenti la vivono solo come obbligo, non si ricordano quasi niente di quello che studiano perché l’obiettivo è prendere un voto!

Le Federazioni Sportive
Federazioni sportive
Foto da Agi

Seguire un corso di formazione per avere la tessera non basta, dobbiamo avere Istruttori e Allenatori preparati, competenti!

VOLTIAMO PAGINA!

Studenti migliori con Insegnanti migliori!

Bambini e giovani migliori con Istruttori e Allenatori competenti!

“Le crisi di insegnamento non sono crisi di insegnamento; sono crisi di vita. Una società che non insegna è una società che non si ama, che non si stima; e questo è precisamente il caso della società moderna”. (Charles Peguy)

di Maurizio Mondoni

Il gradino

Un piccolo contributo

Il Gradino Vuoto

Con Tiziano abbiamo lavorato a diversi progetti che vanno dallo sport alla scuola, dalla cultura alla formazione. Per questa ragione abbiamo pensato di far transitare questo mio piccolo progetto di narrazione sulle pagine del suo nuovo blog.

Perché alla fine è sempre di sport che si tratta.

Ho cercato di spiegare le ragioni del gesto di due sportivi che è una delle cose più forti di questo secolo.

Soltanto che quel gesto che si consuma dentro una pista di atletica leggera durante la finale di un’olimpiade ma non è un’impresa sportiva.

È qualcosa che va molto oltre….

…Ci sono molte cose che sono veicolate attraverso il mondo dello sport, che spesso è stata vetrina di fenomeni sociali che hanno riguardato delle cose essenziali delle nostre vite, come la libertà, l’eguaglianza, i diritti umani.

È di queste cose che parleremo in questi video a puntate, una volta alla settimana.

E come sempre grazie a Tiziano per ospitare una cosa piccola, fatta artigianalmente, ma con il cuore, come si fanno le cose semplici e vere.

E grazie ad un cantautore trevigiano, Alberto Cantone, che con una sua canzone (meravigliosa) ha messo in moto tutto quello che vedrete.

Copertina dell’album di Alberto Cantone: Breve Danzò il Novecento

Ci vediamo il giovedì su www.trainingconcept.it

E fateci sapere cosa ne pensate.

“Le cose condivise hanno più sapore”.

Domani seguirà un promo – video. A presto.

Dino De Angelis

Gli esperti dicono

Gli esperti dicono…

Questa “sezione” vuole essere un contributo sempre più solido per tutti quelli che decideranno di frequentare il blog ed interagire in maniera costante.

L’idea nasce dalla consapevolezza che ognuno di noi, acquisendo esperienza, diventa competente nel proprio campo e con generosità potrà metteresi a disposizione della comunità sportiva.

Per iniziare ho chiesto di “aiutarmi” e di “aiutarci” principalmente ad amici incontrati nel percorso di vita professionale, i quali hanno…

suscitato in me una grande stima da “esperti professionisti” in grado di arricchire il mio bagaglio sportivo e di vita.

Ognuno di loro, in un proprio spazio, tenterà di darci spunti, input e feedback sui vari argomenti che di volta in volta andremo a trattare e che ci ricondurranno al settore sportivo.

Oltre che un onore, è un prezioso contributo che concorre a migliorare questa mia idea, nata (come anticipato nella presentazione del blog) senza alcuno scopo di lucro ma solo per migliorare la qualità del mondo sportivo attraverso il confronto “rigorosamente gratuito” avanzando dallo stesso punto di partenza, migliorandoci e formandoci insieme.

Tanti, troppi, molti sono i blog o siti che ci invadono con grossi titoloni per poi scoprire che l’approfondimento, un webinar, un corso on line, una semlplice lettura ha un costo alto e chi lavora in palestra anche solo per passione,sperimenta sulla pelle degli altri a volte facendo bene ma altre volte no.  

Si dice che” niente si fa per niente”. Beh in questo caso no.

E’ TUTTO GRATIS!!!

Davide Antoniella a lavoro

Davide Antoniella

Laureato in scienze motorie, di Orvieto, Davide è un insegnante ma svolge anche attività come formatore, Osteopata, Preparatore Atletico professionista, Allenatore di Terzo Grado Volleyball serie A, Istruttore FIN, Personal Trainer e Istruttore Di Fitness Metabolico.

Nel suo percorso formativo, Davide frequenta l’Open Academy of Medicine- School of Medical Specialisation and Continuing Medical education – formandosi in:

Training Neuroimmunomodulation Metabolism, Clinic Nutrition and Physical Rehabilitation”. Presso l’International Society of Health Prevention, negli Stati Uniti, si è specializzato in Valutazione fisica, funzionale e prescrizione dell’esercizio per la performance e il recupero.

E’ il responsabile del centro di valutazione motorio “ACCADEMIA DEL FITNESS” sita a Parma del Dr. Massimo Spattini e del prof. Davide Antoniella.

Conosciuto nel lontano 1999, siamo sempre rimasti in contatto in ambito sportivo ma con ruoli diversi. Lui beacher, io speaker ufficiale, insieme abbiamo girato l’Italia nelle varie tappe che il circuito ci proponeva per un po’ di anni.

Il suo percorso e la sua formazione è di oggettivo rilievo e ancora oggi mi rifaccio alle sue pubblicazioni perché credo siano altamente formative e di aiuto per il mio lavoro sia scolastico che sportivo.

Altra figura che può servire a darci spunti importanti oltre ad arricchire ed impreziosire sempre di più questo blog per tutta la comunità sportiva.

Grazie Davide per il contributo che ci darai!

Chiedi chi era Sylvester

Un giorno che non ti aspetti vedi il mondo da un altro punto di vista. Fino al giorno prima eri certo che ci fosse qualcosa che ti piacesse e basta, anzi no, qualcosa di cui eri innamorato fino a perdere il sonno, ma che stava lì, era davanti a te e tutto quello che ti interessava era quel rettangolo, un paio di canestri alle estremità, una decina di giocatori che andavano avanti e indietro tra cui c’eri anche tu.

Fine.

Poi quel giorno scopri che dietro quel rettangolo c’è altro.

Altro a volte è poco, pochissimo, ma a volte, come questa, è tutto.

È il mondo che non conoscevi, sono i segreti che permettono a quei dieci matti di stare lì per ore e ore a gettare il sangue, è capire ogni singolo movimento a cosa serve e come quel movimento può…

migliorare per far sì che la squadra per cui tu sei schierato, può vincere.

Detta così, nulla di strano.

È la professione di allenatore, quella che ci fa ammattire i giorni e le notti per cercare quello schema, quella modalità, quella strategia, a volte persino quella parola che, messa sulla bilancia impercettibile delle emozioni, fa capovolgere il risultato di quel pizzico che serve ad andare in paradiso oppure precipitare all’inferno.

Già, perché è questo ciò che succede in una partita.

Ogni volta sei in bilico sul baratro, con i piedi già mezzo fuori, e la palla che danza sull’anello all’ultimo secondo e decreta come il più severo giudice se precipiterai oppure se potrai tornare quel mezzo passo indietro per salvarti la vita.

E la settimana dopo si ricomincia, e poi di nuovo, e di nuovo ancora. Gioia e maledizione, inferno e paradiso, gloria o polvere. E la capacità di un allenatore sta nel non ingoiare tanta polvere quando è costretto a cadere né beatificarsi troppo quando quella la palla è entrata.

Una volta la nostra formazione tecnico tattica la facevamo sui libri oppure, al massimo, guardando la televisione e ascoltando i commenti di Aldo Giordani (quello che inventò la parola “bombe” quando qualche giocatore dell’Ignis, della Sinudyne o della Simmenthal centrava il tiro da tre punti).

Oggi la formazione è diventata più multitasking e la facciamo sul web, con i Pao o con le app, ma insomma, cambiano gli strumenti senza mutare, di una sola virgola, lo scopo ultimo: quello di mettere la palla arancione dentro un anello arancione e, per converso, impedire che gli avversari facciano la stessa cosa.

A un certo momento a quelli che fanno (o, come me, che hanno fatto) questo lavoro, ogni tanto sentono qualcuno di quelli super bravi – perché allenano in America o all’est – che un giorno dicono una cosa nuova e quella cosa sembra bella e meravigliosa solo perché l’hanno detta quelli, perché se la stessa cosa la dicesse il giovane allenatore del campetto dei salesiani allora sarebbe una stronzata colossale.

Se hai un minimo di sale in zucca è lì che capisci la verità.

Capisci l’unica verità che riguarda tutti, proprio tutti quelli che ruotano intorno a questo pazzo sport, e cioè l’unica verità è la più banale e assurda delle verità, ed è che non c’è nessuna verità.

Perdiamo gli anni, i decenni, a insegnare la biomeccanica del tiro, la scienza ergonomica della posizione, dei piedi, delle ginocchia, dei gomiti eccetera, con tutti i millimetrici meccanismi che regolano il gesto più importante di questo sport, dopodiché arriva uno che tira con entrambe le mani da dietro la nuca, la palla nemmeno la guarda, gli parte in una posizione di completo disallineamento tra occhi, mani, arti inferiori e superiori, eppure fa sempre canestro, e allora capisci che le regole sono una follia.

Ci sono solo due cose: le eccezioni e il cuore, e queste sono le uniche cose di cui non puoi fare a meno.

Il basket è un po’ come l’amore: è una gran fortuna che nessuno lo sappia spiegare fino in fondo.

Ah per la cronaca, quel giocatore esiste davvero e faceva canestro per davvero e tirava veramente in un modo impossibile e si chiamava Mike Sylvester.

Chiedi chi erano i Beatles e qualcuno forse si ricorderà anche di lui.

Mike Sylverster
Myke Sylvester