…dei giocatori avversari

Nell’articolo precedente ho trattato quella parte del lavoro di noi allenatori che riguarda la diffusione e la condivisione dei giochi avversari, le varie modalità in cui avvengono, gli obiettivi che ci prefiggiamo di ottenere e la collocazione temporale all’interno di una settimana lavorativa.

Come detto più volte, proposte molto soggettive.

In questo nuovo contributo vorrei porre l’attenzione, invece, sull’importanza che assumono le caratteristiche individuali dei giocatori avversari.

Individual skills / Stats

Buona parte, infatti, delle informazioni degli avversari che lo staff tecnico trasmette alla propria squadra, riguardano le cosiddette individual skills accompagnate dalle “stats”.

caratteristiche individuali

Le prime rappresentano non solo ciò che il giocatore “sa fare”:

  • quindi i suoi pregi e i suoi difetti dal punto di vista tecnico;
  • il suo ruolo tattico

“ma anche”:

  • ciò che egli rappresenta per la propria squadra;
    • se è un punto di riferimento in attacco o in difesa;
    • se è un leader o un gregario;
    • se è un “go to guy” o un “teamworker”.
teamwork
foto di Andrea Piacquadio

Ovviamente la visione delle partite è altrettanto importante come quando bisogna redigere il playbook della squadra avversaria ed è facilmente intuibile che, in questo caso, il numero delle partite visionate è di fondamentale importanza.

Poche potrebbero dare false indicazioni (fake news), mentre un numero adeguato ci permette di avere maggiore certezza nello scegliere cosa condividere con i propri atleti dei futuri avversari.

Spesso gioca un aspetto fondamentale la conoscenza diretta del giocatore e, se non è possibile riscontrarla all’interno dello staff, ecco che ritornano d’aiuto le telefonate fatte, magari, in passato con altri colleghi che ci permettono di aggiungere anche delle note caratteriali al profilo dell’avversario.

Le seconde, ovvero le statistiche, nel basket moderno acquistano anno dopo
anno, stagione dopo stagione, sempre più rilevanza.

Esse sono, non solo di supporto al giudizio circa l’efficacia, ma, grazie ai dati numerosi ed approfonditi che siamo mi grado di ricavare dai vari siti specializzati, anche indicative circa le abitudini dei singoli giocatori.

Esempio

oggi di un avversario possiamo sapere, con un’elevata accuratezza:

  • quante volte attacca il ferro con la mano destra;
    • quante con la sinistra;
  • in che percentuale utilizza quel tipo di conclusione
  • se è in uscita dal lato destro piuttosto che sinistro
  • cosa fa dopo un blocco
  • cosa preferisce fare negli ultimi secondi dell’azione e così via!

Tutto merito della famosa arte di scoutizzare una partita.

scouting

Vi sono colleghi all’interno degli staff tecnici che si sono specializzati in questo compito.

Il report

Ritorniamo ora al materiale che si sceglie di condividere con la propria squadra.

Come per i giochi avversari, non c’è una regola valida per tutti e per tutte le
situazioni.

Ogni staff ha le sue regole e abitudini, riporto le mie.

Nell’organizzare le informazioni da trasmettere alla squadra parto da una quasi certezza:

la prima voce del report che i giocatori vanno a guardare sono le stats degli avversari, in particolare dei giocatori che immaginano di dover marcare!

Ed è questo il motivo per cui è fondamentale la scelta e la modalità dei “numeri” che si propongono.

Essi devono essere di supporto e non dare cattive indicazioni, meglio
non fornirli se non siamo sicuri di ciò che evidenziamo!

Dobbiamo avere chiaro in mente il messaggio che vogliamo condividere e l’obiettivo che vogliamo raggiungere.

Report
  • Inutile sottolineare le buone percentuali di un giocatore da tre punti
    • se i suoi tentativi non sono significativi
  • Al contrario, è un errore non mettere in guardia sulla pericolosità di un tiratore che in carriera ha avuto sempre alte percentuali
    • magari meno fino a quel punto della stagione e quindi riportare anche i dati delle altre annate oltre a quella attuale.

Il sapere quali sono le soluzioni più efficaci a seguito di un preciso movimento o di uno schema, hanno più valenza di una “fredda” media aritmetica.

Il tutto deve essere coerente con le indicazioni che diamo per presentare le caratteristiche di un giocatore avversario e con le immagini che nelle varie riunioni presentiamo alla squadra.

non credo sia un messaggio chiaro riportare clip in cui un giocatore mostra una skill che statisticamente non è un dato significativo.

Organizzazione del report

Le indicazioni scritte preferisco siano dei flash, molto sintetiche, in stile linguaggio sms, devono catturare l’attenzione di una generazione abituata a vedere video più che leggere.

Le clips devono essere mirate, di ogni singolo giocatore.

Devono:

  • mostrare le caratteristiche principali, legate alle statistiche;
  • più brevi possibile
    • giusto il tempo d’ individuare il giocatore e di capire in che contesto tecnico e tattico si sviluppano;
  • mostrare anche i punti deboli
    • che messaggio diamo alla squadra se mostriamo solo canestri di un avversario?!.
Influenza della categoria del campionato

In un campionato di medio livello troveremo giocatori con qualità e difetti ben riconoscibili su cui speculare e dove la conoscenza specifica di ogni avversario può veramente fare la differenza e indirizzare il risultato di una partita.

Diverso il discorso quando il livello sale.

In questo caso dovremo confrontarci con giocatori dal talento elevato con un bagaglio tecnico importante e completo, magari roster molto lunghi e con infinite possibilità.

Nel primo caso credo che il tempo da dedicare al trasferimento delle informazioni individuali debba coprire una fetta importante del lavoro di uno staff.

Credo sia importante coinvolgere i singoli giocatori informandoli il prima possibile dei propri diretti avversari, farlo nei primissimi giorni della settimana dedicati alla squadra avversaria, anche prima dei riferimenti agli schemi.

Nel secondo caso, invece, si parla di limitare la pericolosità di un avversario, magari necessita di un lavoro di squadra piuttosto che singolo, non si parlerà più di speculare sui difetti, ma bensì di accorgimenti tattici, di una difesa di squadra e quindi di collaborazioni.

giocatore
Foto di Wallace Chuck

É opportuno, quindi, informare e coinvolgere tutta la squadra, operare delle scelte di cui siano consapevoli tutti i giocatori dedicandovi del tempo sul campo importante.

Conclusione

In ogni caso, alla base di qualsiasi ragionamento e programmazione, non bisogna mai dimenticare che la pallacanestro è un Gioco di squadra, per il sottoscritto la più alta espressione.

Non si vincerà o perderà mai per un solo giocatore, ma ricordare, invece, che il valore di un gruppo coeso è sempre superiore alla somma dei valori dei singoli giocatori.

di Sergio Luise