Check - up 360

Importanza di un check-up a 360°

L’importanza di un check-up a 360° e la creazione di un documento che accompagni il soggetto durante le attività con un costante monitoraggio di ogni fase di crescita, di  pianificazione coordinata e mirata degli allenamenti, dell’alimentazione e delle necessità rilevate, permette…

  • di favorire uno sviluppo armonico
  • una precisa preparazione per la miglior performance
  • di contrastare molte patologie oggi esistenti 

affrontando tutte le età con un maggior benessere psico-fisico.

La sintesi dei dati emersi dal check-up, una volta analizzati e comparati tra loro dagli specialisti coinvolti, rappresenterà uno strumento per salvaguardare lo sviluppo armonico, individuare le capacità attitudinali e mirare agli obiettivi prefissati.

check - up

Queste informazioni servono a redigere un report personalizzato in cui vengono messe in evidenza le risposte ottenute e le aree che necessitano di un eventuale intervento:

  • preventivo
  • migliorativo
  • terapeutico
L’azione

L’intervento è multi-modale ed integrato e si compone di elementi medici, motori e psicologici e deve essere affidato a un team esperto in grado di seguire qualsiasi  persona non come un insieme di sintomi, organi, obiettivi tra loro scollegati.

Il check-up per troppo tempo è stato considerato utile solo per sportivi agonisti, già meno con sportivi amatoriali e pochissimo con frequentatori di palestre e assolutamente evitato con persone normali.

Oggi si parla di check-up a tutte le età e in tutti i settori sportivi, motori, medici e nella medicina anti-aging.

Questo ha permesso di comprendere l’importanza della pratica sportiva e dell’attività motoria.

Ottimizzazione del movimento

Il movimento non provoca così automaticamente benefici, ma in conseguenza di atteggiamenti sbagliati:

  • alcool e fumo
  • alimentazione sbilanciata
  • stress
  • cattiva gestione degli allenamenti nello sport agonistico di alto livello o amatoriale

causa anche danni e patologie cardiovascolari, cronico-degenerative, autoimmunitarie.

patologie cardio
Foto di EVG Culture

Affinché sia conseguito l’obiettivo della salute potenziata è indispensabile che l’attività fisica sia il più possibile personalizzata in modo da basarsi sulle caratteristiche del soggetto.

Inoltre, deve essere superata l’idea che a un maggior volume di attività fisica corrisponda maggior beneficio.

Anti – aging

Infatti, durante un allenamento l’organismo è sottoposto a uno stress che per essere positivo e comportare dei benefici fisiologici e di composizione corporea, deve essere equilibrato alle capacità soggettive e anche al riposo, durante il quale le modificazioni avvengono.

Spesso si ritiene anche erroneamente che lo sport amatoriale sia il meno pericoloso in quando dovrebbe richiedere bassi livelli di attività, mentre da molti viene praticato senza controlli, con carichi elevati, in età avanzate alzando enormemente gli effetti negativi e i rischi.

L’anti-aging ha introdotto il concetto di check-up anti-aging e fonda il suo programma sulla comprensione delle origini evoluzionistiche dell’invecchiamento.

Sostiene, infatti, che

il cosiddetto normale invecchiamento è un processo attraverso il quale la salute viene inesorabilmente compromessa, rendendo il soggetto più suscettibile alle malattie croniche.

Sostiene inoltre che

la vera salute non è semplicemente l’assenza di malattia, ma piuttosto la presenza di un benessere fisico, mentale ed emozionale.

Il proposito

L’obiettivo di questa nuova branca della medicina è quindi quello di fornire strategie scientificamente validate per frenare il processo dell’invecchiamento, per prevenire le malattie croniche e ottimizzare la qualità della salute.

E’ possibile stabilire quanto si sta realmente invecchiando e quale sia la corrispondenza tra la propria età anagrafica e l’età biologica.

Conoscere il proprio orologio biologico, entrare nella diagnostica precoce nonché il grado di alterazione dei markers biologici dell’invecchiamento, per elaborare un programma terapeutico e motorio personalizzato, che consentirà di migliorare la funzionalità dei sistemi dell’organismo e di rallentare, entro certi limiti, sono alcuni processi degenerativi legati all’invecchiamento.

anti - aging
Foto di Daniel Torobekov
Nello specifico

L’esercizio fisico equilibrato può essere considerato una vera e propria terapia.

La proprietà spiccatamente pleiotropiche sarà in grado cioè di andare a incidere contemporaneamente, sia in campo preventivo che terapeutico, su numerosi fattori di rischio o aspetti patologici.

E’ fondamentale analizzare e conoscere approfonditamente gli effetti dell’allenamento sul corpo umano per poter poi applicare la corretta attività  fisica.

Da questo emerge la necessità di un check-up, condotto da seri professionisti esperti, che deve prevedere analisi mediche, sportive e psicologiche per elaborare corretti protocolli personalizzati a seconda delle necessità e degli obiettivi da raggiungere.

I medici fanno la diagnosi e dettano le indicazioni per applicare protocolli motori corretti.

La prescrizione ottimale è determinata da una valutazione oggettiva:

analisi cliniche
Foto di Chokniti Khongchum

I protocolli non devono essere messi in pratica in modo rigido, applicando semplicemente calcoli matematici alle misure dei test e alle analisi, ma analizzando a fondo i risultati e incrociando i dati e le conclusioni dei vari specialisti.

La valutazione medica può comprendere:
  • Compilazione di questionari
  • Anamnesi completa
  • Esame fisico
  • ECG a riposo a 12 derivazioni
  • Pressione del sangue a riposo (anche con variazione di posizioni)
  • Analisi del sangue
  • Una prova da sforzo graduale con controllo elettrocardiografico
  • Accertamenti specifici a seconda delle necessità.

All’Istruttore spetterà il compito di erogare i protocolli, spiegarli con linguaggio accessibile, misurare i cambiamenti e comunicarli al medico, stabilire (con il medico) gli obiettivi, gestire l’attività di counseling.

Ruolo e valutazione dell’istruttore

Può comprendere:

  1. Anamnesi per raccogliere dati e avere informazioni da integrare e confrontare con quelle mediche
  2. Antropometria e plicometria da integrazione e comparazione di analisi clinica strumentale della composizione corporea e tomografica della bioimpedenza cellulare
  3. Analisi posturale con semplici sistemi di valutazione globale e analitica solo quando la globalità indica un malfunzionamento
  4. Esame della funzionalità dell’apparato locomotore e della locomozione con semplici test biomeccanici e di mobilità articolare
  5. R.O.M. (Range Of Motion) articolari e test di mobilità articolare e funzionalità articolare generali con studio biomeccanico degli esercizi e delle posture in relazione al soggetto
  6. Test submassimali organici e di forza all’aperto e in palestra per calcolare frequenza cardiaca, consumo di ossigeno, soglie, squilibri muscolari, valori di forza, confronti delle modalità di attivazione nervosa dei diversi muscoli coinvolti nel movimento e monitorare i cambiamenti e miglioramenti.
analisi
Foto di RF._.studio
Conclusioni

La specificità dei test e le varie strumentazioni sono utilizzate a secondo delle necessità individuali per poter applicare al meglio i protocolli di allenamento nel rispetto delle esigenze morfo-bio-strutturali evitando infortuni, sovraccarichi e con il massimo gradimento del soggetto.

Questo si intende per applicazione di protocolli studiati e individualizzati frutto di un attenta analisi dei dati forniti da un check up fatto da esperti nei vari settori.

di Davide Antoniella

Caratterisctiche individuali giocatori

Le caratteristiche individuali

…dei giocatori avversari

Nell’articolo precedente ho trattato quella parte del lavoro di noi allenatori che riguarda la diffusione e la condivisione dei giochi avversari, le varie modalità in cui avvengono, gli obiettivi che ci prefiggiamo di ottenere e la collocazione temporale all’interno di una settimana lavorativa.

Come detto più volte, proposte molto soggettive.

In questo nuovo contributo vorrei porre l’attenzione, invece, sull’importanza che assumono le caratteristiche individuali dei giocatori avversari.

Individual skills / Stats

Buona parte, infatti, delle informazioni degli avversari che lo staff tecnico trasmette alla propria squadra, riguardano le cosiddette individual skills accompagnate dalle “stats”.

caratteristiche individuali

Le prime rappresentano non solo ciò che il giocatore “sa fare”:

  • quindi i suoi pregi e i suoi difetti dal punto di vista tecnico;
  • il suo ruolo tattico

“ma anche”:

  • ciò che egli rappresenta per la propria squadra;
    • se è un punto di riferimento in attacco o in difesa;
    • se è un leader o un gregario;
    • se è un “go to guy” o un “teamworker”.
teamwork
foto di Andrea Piacquadio

Ovviamente la visione delle partite è altrettanto importante come quando bisogna redigere il playbook della squadra avversaria ed è facilmente intuibile che, in questo caso, il numero delle partite visionate è di fondamentale importanza.

Poche potrebbero dare false indicazioni (fake news), mentre un numero adeguato ci permette di avere maggiore certezza nello scegliere cosa condividere con i propri atleti dei futuri avversari.

Spesso gioca un aspetto fondamentale la conoscenza diretta del giocatore e, se non è possibile riscontrarla all’interno dello staff, ecco che ritornano d’aiuto le telefonate fatte, magari, in passato con altri colleghi che ci permettono di aggiungere anche delle note caratteriali al profilo dell’avversario.

Le seconde, ovvero le statistiche, nel basket moderno acquistano anno dopo
anno, stagione dopo stagione, sempre più rilevanza.

Esse sono, non solo di supporto al giudizio circa l’efficacia, ma, grazie ai dati numerosi ed approfonditi che siamo mi grado di ricavare dai vari siti specializzati, anche indicative circa le abitudini dei singoli giocatori.

Esempio

oggi di un avversario possiamo sapere, con un’elevata accuratezza:

  • quante volte attacca il ferro con la mano destra;
    • quante con la sinistra;
  • in che percentuale utilizza quel tipo di conclusione
  • se è in uscita dal lato destro piuttosto che sinistro
  • cosa fa dopo un blocco
  • cosa preferisce fare negli ultimi secondi dell’azione e così via!

Tutto merito della famosa arte di scoutizzare una partita.

scouting

Vi sono colleghi all’interno degli staff tecnici che si sono specializzati in questo compito.

Il report

Ritorniamo ora al materiale che si sceglie di condividere con la propria squadra.

Come per i giochi avversari, non c’è una regola valida per tutti e per tutte le
situazioni.

Ogni staff ha le sue regole e abitudini, riporto le mie.

Nell’organizzare le informazioni da trasmettere alla squadra parto da una quasi certezza:

la prima voce del report che i giocatori vanno a guardare sono le stats degli avversari, in particolare dei giocatori che immaginano di dover marcare!

Ed è questo il motivo per cui è fondamentale la scelta e la modalità dei “numeri” che si propongono.

Essi devono essere di supporto e non dare cattive indicazioni, meglio
non fornirli se non siamo sicuri di ciò che evidenziamo!

Dobbiamo avere chiaro in mente il messaggio che vogliamo condividere e l’obiettivo che vogliamo raggiungere.

Report
  • Inutile sottolineare le buone percentuali di un giocatore da tre punti
    • se i suoi tentativi non sono significativi
  • Al contrario, è un errore non mettere in guardia sulla pericolosità di un tiratore che in carriera ha avuto sempre alte percentuali
    • magari meno fino a quel punto della stagione e quindi riportare anche i dati delle altre annate oltre a quella attuale.

Il sapere quali sono le soluzioni più efficaci a seguito di un preciso movimento o di uno schema, hanno più valenza di una “fredda” media aritmetica.

Il tutto deve essere coerente con le indicazioni che diamo per presentare le caratteristiche di un giocatore avversario e con le immagini che nelle varie riunioni presentiamo alla squadra.

non credo sia un messaggio chiaro riportare clip in cui un giocatore mostra una skill che statisticamente non è un dato significativo.

Organizzazione del report

Le indicazioni scritte preferisco siano dei flash, molto sintetiche, in stile linguaggio sms, devono catturare l’attenzione di una generazione abituata a vedere video più che leggere.

Le clips devono essere mirate, di ogni singolo giocatore.

Devono:

  • mostrare le caratteristiche principali, legate alle statistiche;
  • più brevi possibile
    • giusto il tempo d’ individuare il giocatore e di capire in che contesto tecnico e tattico si sviluppano;
  • mostrare anche i punti deboli
    • che messaggio diamo alla squadra se mostriamo solo canestri di un avversario?!.
Influenza della categoria del campionato

In un campionato di medio livello troveremo giocatori con qualità e difetti ben riconoscibili su cui speculare e dove la conoscenza specifica di ogni avversario può veramente fare la differenza e indirizzare il risultato di una partita.

Diverso il discorso quando il livello sale.

In questo caso dovremo confrontarci con giocatori dal talento elevato con un bagaglio tecnico importante e completo, magari roster molto lunghi e con infinite possibilità.

Nel primo caso credo che il tempo da dedicare al trasferimento delle informazioni individuali debba coprire una fetta importante del lavoro di uno staff.

Credo sia importante coinvolgere i singoli giocatori informandoli il prima possibile dei propri diretti avversari, farlo nei primissimi giorni della settimana dedicati alla squadra avversaria, anche prima dei riferimenti agli schemi.

Nel secondo caso, invece, si parla di limitare la pericolosità di un avversario, magari necessita di un lavoro di squadra piuttosto che singolo, non si parlerà più di speculare sui difetti, ma bensì di accorgimenti tattici, di una difesa di squadra e quindi di collaborazioni.

giocatore
Foto di Wallace Chuck

É opportuno, quindi, informare e coinvolgere tutta la squadra, operare delle scelte di cui siano consapevoli tutti i giocatori dedicandovi del tempo sul campo importante.

Conclusione

In ogni caso, alla base di qualsiasi ragionamento e programmazione, non bisogna mai dimenticare che la pallacanestro è un Gioco di squadra, per il sottoscritto la più alta espressione.

Non si vincerà o perderà mai per un solo giocatore, ma ricordare, invece, che il valore di un gruppo coeso è sempre superiore alla somma dei valori dei singoli giocatori.

di Sergio Luise

Parità dei sessi nello sport

Nello sport esiste la parità dei sessi?


Quando smetteremo di parlare di sport femminile e inizieremo a riconoscere le donne al pari degli uomini anche nello sport, allora si potrà cambiare il tono della domanda.

Lo sport è per tutti ed è di tutti: maschi e femmine, ma è solo un miraggio in Italia!

Nel mondo dello sport italiano ci sono discipline considerate appannaggio esclusivo degli uomini o delle donne…

Un “Report” Istat del 2017 rileva che sport come:

siano più diffusi tra le
donne e

sono scelti invece da pochissime atlete.

In questo Report il 38,5 % degli uomini pratica il calcio contro
l’1,2 % delle donne, il 16,8 % delle donne pratica danza contro il 2 % degli uomini, il 4% degli uomini pratica il volley rispetto all’85% delle donne e così di seguito.

Report articolo parità dei sessi
Foto di Tima Miroshnichenko

Un lavoro del Centro Studi di C.O.N.I. Servizi del 2017, relativo alle caratteristiche demografiche degli atleti e degli Operatori delle Federazioni Sportive Nazionali e delle Discipline Sportive Associate, evidenzia elementi di fortissima differenziazione di genere:

  • le atlete donne erano il 28,2 % contro il 71,8 degli atleti maschi (su 4,7 milioni di tesserati complessivi);
  • tra gli Operatori Sportivi (Istruttori, Allenatori, Dirigenti), 4 su 5 erano di sesso maschile (80,2 % Allenatori, Istruttori, Direttori Sportivi, 81,8 % Ufficiali di Gara e Arbitri, 87,6 % Dirigenti Federali e 84,6 % Dirigenti Societari).

Questi sono i dati ufficiali del 2017, ma nel 2020 i risultati sono diversi, è
aumentata la percentuale delle atlete donne nel calcio, nello sci, nel rugby, ecc., sono aumentate le donne “coach”, le donne “Dirigenti”, insomma è cresciuto il numero delle donne al timone del comando!

Ma non esiste ancora parità!

La storia dello sport della donna, infatti, non è stata ancora scritta in Italia in maniera compiuta.

Donna e sport
Foto di nappy

Un po’ perché la storia dello sport, in generale, si è sempre occupata di questo fenomeno dal punto di vista maschile, ma anche  perché la storia dello sport femminile è stata finora circoscritta, avendo considerato le vicende di qualche atleta illustre, o di qualche disciplina, o di qualche episodio eclatante, senza una visione d’insieme.

È anche mancato il materiale su cui indagare, perché la donna, solo di recente, ha avuto una propria storia, relegata però in quella del costume.

Infine non bisogna dimenticare il contesto in cui ha vissuto per secoli la donna nel nostro Paese, soggetta a pregiudizi di tipo culturale di difficile superamento, condizionata, come negli altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, dalle sue prerogative di madre e sposa, prerogative che la hanno relegata ad un ruolo secondario della vita civile.

Però all’estero la situazione è migliore, sia perché sono più avanzati gli studi di storia dello sport in generale, sia perché questo fenomeno è entrato nella cultura comune e nel modo di vita quotidiano.

Ora però anche in Italia qualcosa sta cambiando, la dimostrazione è che la
bi-campionessa olimpica di ciclismo Antonella Bellutti si presenterà come sfidante di Giovanni Malagò alle prossime elezioni per la presidenza del CONI

bellutti
Foto di Antonella Bellutti tratta da “il napolista”

Chi lo avrebbe mai detto??!!

Nel lavoro

Nel lavoro esiste la parità dei sessi?

Quando smetteremo di parlare di lavoro “al femminile” e inizieremo a riconoscere le donne al pari degli uomini anche nel lavoro, allora si potrà cambiare il tono della domanda.

Il lavoro è per tutti ed è di tutti: maschi e femmine, ma è solo un miraggio in Italia!

Le donne hanno il 25% in meno di diritti sul lavoro rispetto agli uomini, così afferma il nuovo rapporto “Women, business and the law 2019”, pubblicato dalla Banca Mondiale, nel quale si prendono in considerazione le decisioni economiche e legislative che i Paesi hanno intrapreso negli ultimi 10 anni per migliorare la situazione delle donne nel contesto lavorativo.

Women business and the law

La media mondiale è intorno ai 74 punti: in pratica le donne ricevono un quarto in meno di diritti sul lavoro rispetto agli uomini.

Nel 2018 ci sono sei Paesi che hanno raggiunto il punteggio di 100 nel rapporto della Banca Mondiale:

  • Belgio
  • Danimarca
  • Francia
  • Lettonia
  • Lussemburgo
  • Svezia

Nel 2020 il numero dei Paesi che ha raggiunto il punteggio di 100 è aumentato specialmente nel nord Europa e nel nord America.

Dando uno sguardo in generale alla situazione, si può notare un progresso dal punto di vista del “gender equality” ma esistono diversi Paesi, soprattutto in Africa e Medio Oriente, che non raggiungono nemmeno la metà del punteggio massimo.

Secondo il rapporto, le donne iniziano la propria carriera lavorativa più tardi degli uomini e a 25 anni e la scelta del lavoro per loro è condizionata da tre fattori principali:

  • la sicurezza economica;
  • la possibilità di crescita;
  • l’equilibrio tra il lavoro e la vita privata.

Le politiche economiche di ogni Paese sono state analizzate attraverso alcuni indicatori che prendono in considerazione ogni fase della vita lavorativa della donna:

  • i vincoli sulla libertà di movimento (sia la possibilità di andare concretamente al lavoro, sia la capacità di viaggiare);
  • la valutazione delle leggi e degli strumenti che permettono alle donne di entrare nel mondo del lavoro.
  • il matrimonio;
  • la maternità;
  • la posizione pensionistica delle donne.

L’Italia, in questo contesto ha un punteggio mediamente alto, stabilizzatosi da 4-5 anni al 94,38.

Ma non esiste ancora parità!

L’importanza del ruolo della donna nel mondo del lavoro sembra un fatto ormai pacificamente riconosciuto.

Numerosi sono gli studi che dimostrano come il ruolo femminile, sia in ambito lavorativo, economico, finanziario, sociale e sportivo, abbia
un impatto significativo sullo sviluppo e sulla crescita di un Paese.

In Italia l’impianto normativo esistente sembra garantire una sostanziale parità giuridica per quanto riguarda le regole di accesso al lavoro unitamente alle regole di svolgimento dello stesso e da tempo ci si muove in un’ottica di progressiva eliminazione delle discriminazioni fondate sul genere.

Da lungo tempo si combatte contro le disparità tuttora riscontrabili nella pratica e contro il fenomeno della scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

Disparità sovente riscontrabili in quei contesti ove, a parità di tutele normative, permangono notevoli differenze tra uomini e donne a livello di prospettive di carriera, di qualificazione professionale, di formazione imprenditoriale, di parità di retribuzione.

Tali disparità consentono, purtroppo, di affermare che il cammino sinora percorso è stato contrassegnato da numerosi successi, ma che la strada da percorrere è ancora lunga.

Donne e lavoro
foto di Sora Shimazaki

Occorre quindi adottare ulteriori, nuovi e diversi strumenti per superare, nei fatti, effettive disuguaglianze.

E’ infatti indispensabile che nell’ambito di una collettività si lavori tutti insieme, sia sotto il profilo dei cambiamenti culturali, economici e sportivi, sia sotto il profilo dei cambiamenti materiali.

I cambiamenti di breve respiro, sovente tamponano soltanto un’emergenza, quelli più duraturi si possono realizzare solo con il contributo di tutte e di tutti.

Arriveremo in tempi brevi alla parità tra uomini e donne nello sport e nel mondo del lavoro?

“Proprio giorni fa il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha assicurato che a gennaio 2021 il professionismo dello sport femminile sarà legge. Potrebbe essere una svolta importante che rivoluzionerebbe il mondo dello sport anche se conosciamo tutti i tempi e gli imprevisti della politica.

Ad ogni modo in un momento così difficile e confuso per lo sport in generale si comincia ad intravedere una piccola speranza”.

Donne e sport
Maria Benedicta Chigbolu, Ayomide Folorunso, Libania Grenot e Raphaela Lukudo, le quattro atlete italiane che hanno vinto l’oro nella staffetta 4×400 ai Giochi del Mediterraneo a Tarragona il 30 giugno 2018. ANSA/SIMONE FERRARO

La parità di genere è strettamente legata alla giustizia sociale e rappresenta uno degli Obietti cardine dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.

L’Agenda 2030 rappresenta un’opportunità importante per unire gli sforzi a livello globale e sviluppare politiche coerenti per il raggiungimento dell’uguaglianza di genere.

di Maurizio Mondoni